La prima edizione dell’ESC (European Summer Campus) si è svolta nel 2006 a Siracusa presso la sede dell’allora MCAS (Mediterranean Center for Art and Science) di Via Roma, nel cuore di Ortigia, oggi sede dell’Arcadia University.
L’MCAS ha accolto per tantissimi anni studenti da ogni parte del mondo che sono venuti in Sicilia per conoscere e studiarne la cultura con le sue tantissime sfaccettature folkloristiche e artistiche.
L’Arcadia University, nata successivamente, ha la sede principale in Pennsylvania (USA) e offre dei corsi per i tanti studenti statunitensi che risiedono a Siracusa.
Proprio grazie a questa importante università, è nata nel 2015 la SCIE (Sicily Center for International Education), offrendo a tutti gli studenti stranieri una serie di corsi estivi speciali proprio sulla cultura siciliana.
Gli artisti della prima edizione sono stati Greg Howe e Carl Verheyen, mentre il contrabbassista e docente Andrea Avena si è occupato delle materie teoriche.
Le lezioni erano organizzate in sedute da dieci ore in cui si alternavano i tre musicisti, un vero tour de force dettato anche dal caldo siculo, in cui venivano trattati tecnica, approcci melodici e improvvisazione. Anche la strumentazione musicale (gear) è stata vista didatticamente e i chitarristi hanno parlato dei propri strumenti, effettistica e amplificatori dai setting personalizzati. Gli ospiti hanno portato naturalmente una strumentazione leggera “da viaggio”, ma il loro formidabile sound, particolare per ogni artista, viene dalle mani e dall’esperienza che i due chitarristi hanno cumulato negli anni. Basti solo ricordare che Greg Howe ha collaborato con Michael Jackson, Ritchie Kotzen e Justin Timberlake; Carl Verheyen è un turnista acclamato, compositore di colonne sonore, e vanta una carriera dove affiorano Supertramp, The Bee Gees, Dolly Parton e Stanley Clarke.
Andrea Avena ha tenuto lezioni dando una panoramica generale su teoria e armonia, sottolineando l’importanza dell’Ear Training (educare l’orecchio a riconoscere gli intervalli di una scala, sfruttando canzoni famose). Ha fornito un’ottima presentazione su intervalli, rivolti, scala maggiore, modi e triadi.
Ha fornito approfondimenti sulla struttura II V I, i turn around e le risoluzioni armoniche, fornendo esempi di brani italiani in cui sono presenti questi.
Greg Howe ha tenuto lezioni riguardanti la tecnica. Ha cominciato con un riscaldamento (per lui) esemplare sulla sua ESP custom: legati, plettrata alternata, sweep, string skipping, tapping. Ha espresso l’importanza del riscaldamento (warm up) prima di suonare, mostrando alcuni esempi di arpeggi e pattern propri del chitarrista. Greg si esprime poco a parole, sembra che sia la chitarra a parlare per lui quando i partecipanti gli rivolgono le molte domande. Allora chiarisce punti sul barring technique, sul fingerpicking simulato (tecnica ibrida plettro-dita da lasciare ipnotizzati).
Ha parlato anche di armonia, consigliando quali scale suonare su un tipico standard jazz II V I. Si è concentrato pure sul tipico “Hendrix chord”, altrimenti detto E7#9, suonandoci la pentatonica di Em e la scala diminuita semitono/tono di E (pura versatilità).
Il suo approccio improvvisativo è legato a una visione ritmica, cioè si ispira a cellule ritmiche trasportate sulla tastiera sotto forma di fraseggi, allontanandosi da cliché triti utilizzando arpeggi e note cromatiche.
Il punto più umano raggiunto durante le sue ore di lezione è sicuramente l’invito ad un ragazzo per suonare un blues, che è confluita in una jam emozionante.
Il suo sound prediletto è un “tono pulito con un sustain infinito”.
Carl Verheyen, molto comunicativo, ha tenuto lezioni fitte di consigli per familiarizzare meglio con lo strumento (aveva una Stratocaster Daphne Blue), come individuare una nota su tutte le ottave sulla tastiera. Si è concentrato sull’accompagnamento, sulla precisione che bisogna avere in ogni genere (soprattutto per un turnista come lui), dal funk al blues al jazz. A proposito di standard, consiglia di studiare prima la melodia e solo successivamente gli accordi.
Rivela di essersi appassionato ai grandi del rock come Eric Clapton, Jimi Hendrix e Jimmy Page imparando i fraseggi direttamente dai dischi; molto old school. Di questo studio emerge un’originalissima esecuzione delle scale maggiori: non tre note per corda, bensì una diteggiatura stretta con cui raggiungere le note vicine con slide e suonare soprattutto intervalli larghi, creando l’illusione di un arpeggio.
Ha fornito anche molti dettagli sulla strumentazione, come ottenere una buona distorsione e ha rivelato che spesso registra più chitarre per ottenere un suono specifico (possiede infatti molte chitarre, non ne ha rivenduta nessuna!) Il suo sound è abbastanza scuro, azzerando alti, dando spazio a medi e bassi e pompando la resonance.
I partecipanti hanno ricevuto un attestato di primo livello, permettendo loro di accedere ai corsi successivi delle edizioni a seguire.
Alla fine dell’evento si è tenuta la prima IGJ (International Guitar Jam) degli artisti invitati a cui ha partecipato anche Andrea Quartarone.