La terza edizione dell’ESC si è svolta nel 2008 a Siracusa al Palazzo Impellizzeri, nell’isola di Ortigia, come nella precedente edizione. La città ormai va configurandosi come tappa obbligatoria dell’insegnamento della chitarra moderna rock-fusion.
Gli ospiti di quest’anno portano novità e grandi ritorni: Guthrie Govan, giovane inglese che è stato parte del corpo docenti l’anno precedente; Andrea Avena, docente di teoria, armonia ed Ear Training sempre presente dalla prima edizione; Robben Ford, una pietra miliare del Modern Blues e della Fusion che ha fatto la storia della chitarra; il simpaticissimo Greg Koch, importante interprete di una sorta di Rock-Blues/Fusion con tantissime influenze.
Questi ultimi due artisti hanno realizzato anche parecchi libri e manuali per chitarra moderna, molti dei quali presenti all’ESC grazie alla partnership con la storica libreria Birdland di Milano.
L’edizione 2008 ha visto uno speciale e la copertina dedicata del celebre magazine italiano AXE Magazine, periodico per chitarristi.
Vediamo sempre Andrea Avena iniziare le lezioni di armonia del campus, riprendendo gli argomenti dell’anno precedente sull’armonizzazione su scala maggiore e le note da evitare (avoid note) per ottenere un suono melodico e orecchiabile.
Greg Koch si presenta imbracciando una Telecaster Blonde, un volume a palla dal Fender Twin Reverb e tanta simpatia, esordendo con un country-blues tipico del suo stile. Dopo aver parlato dei chitarristi a cui si ispira (Jimi Hendrix e Albert Collins), passa a una dimostrazione tecnica di una sua particolarità: il chicken picking. Altro non è che una tecnica ibrida plettro-dita che usa in due modi. Nel primo usa pollice e indice, suonando una ghost note col pollice mentre la corda è stoppata dall’indice, poi questo strappa la corda per suonare la nota appieno; lo predilige nel blues. Nel secondo, vediamo l’uso di plettro e anulare per una resa più rapida e un suono accattivante.
Non mancano consigli su come rendere più jazz i fraseggi blues grazie all’impiego di slide e vari tipi di vibrato che lui ha personalizzato rubacchiando (come i veri geni) da grandi chitarristi come B.B. King ed Eric Clapton.
Grande importanza viene dato alla ritmica shuffle, come il “lump” in cui il palmo poggia sulle corde e le stoppa; compresa la base, si può solo aggiungere ritocchi e personalizzazione a manetta. Il discorso si impreziosisce con consigli su scale particolari (esatonale, diminuita semitono/tono) e armonici in tapping su accordi di settima dominante.
Altra grande capacità del chitarrista è l’utilizzo di accordature alternative e/o aperte, e quale migliore dimostrazione dell’utilizzo di queste se non brani partoriti dal genio di Jimmy Page? Tra l’altro Greg indossava una maglietta dei Led Zeppellin; coincidenze?
Un piccolo aneddoto interessante è quello sulla strumentazione: è passato da una pedaliera molto ingombrante a una snella, in cui però spiccano booster, overdrive e delay.
Robben Ford sfoggia una magnifica Noupaul del liutaio Taku Sakashta con cui si esibisce in una prima improvvisazione dalla grande sensibilità. Parla dei suoi primi approcci alla chitarra, sempre da autodidatta che si affida più al proprio orecchio che alle nozioni accademiche. Nel suo stile il jazz è un elemento fondamentale, tanto che l’ispirazione più grande deriva dal sax (suo primo strumento) di grandi come John Coltrane e Paul Desmond. Si affida all’istinto e trova entusiasmante suonare senza sapere dove andare a parare (chi è bravo può permetterselo!).
Suonando sul palco del Palazzo Impellizzeri, Robben afferma di accompagnare alla ritmica con accordi di due o tre note (spesso sono solo 3a e 7a, creando un tritono sopra un accordi di settima di dominante) e affronta il tema delle relazioni tra scale e accordi. Consiglia di far proprie le sonorità dei modi, cosicché si distinguano a orecchio (o a cuore) anziché cercare di impararne i meri nomi accademici.
Passa poi al tema del songwriting, affermando che si è spostato dallo strumentale alla forma canzone, concentrandosi sul testo per esprimere meglio l’interiorità dei brani. L’ispirazione gli arriva da una melodia o un giro armonico, ma il punto di partenza è un buon titolo.
Alle tante domande sulla strumentazione, il buon vecchio Robben risponde di aver usato Gibson Les Paul Gold Top e Fender Telecaster nei suoi album, pompati da un Dumble Overdrive Special.
Guthrie Govan ha cominciato a suonare la chitarra all’età di tre anni (ebbene sì) ed è partito dall’ascolto di Chuck Berry e Jimi Hendrix per poi approdare a Yngwie Malmsteen e Steve Vai successivamente.
I suoi consigli sul playing si concentrano sulle mani, poiché sono quelle il vero tramite tra la personalità del chitarrista e lo strumento, perciò non c’è alcun bisogno di spendere per testate e pedali vari. In più bastano poche accortezze sull’equalizzazione di ampli e chitarra per tirar fuori dei suoni strabilianti, ma anche l’angolazione e l’area del plettro incidono molto sul risultato finale.
La sua visione dei modi è tripartita: abbiamo i modi maggiori (ionico, lidio e misolidio), quelli minori (dorico, eolio e frigio) e il semidiminuito (locrio). È importante cantare i modi per riconoscere le sonorità peculiari di ognuno.
Proprio questo suo orecchio attento gli ha permesso di riprodurre varie suonerie che i partecipanti non hanno ammutolito (vero humour inglese!).
La lezione si focalizza sull’uso variato delle semplici pentatoniche, con aggiunte di note sensibili (SI sulla scala di LAm), cromatismi e slide che richiama da jazzisti come Coltrane e il leggendario Django Reinhardt.
Guthrie non usa il plettro ed è capace di creare molti suoni col solo ausilio delle dita, il che gli consente di passare al tapping (spettacolare) e ad armonici con rapidità.
Al termine del’evento, sono stati distribuiti gli attestati di primo, secondo e terzo livello per i partecipanti che dal 2006 ancora tornavano a godere delle meraviglie di Siracusa e l’infinita conoscenza dei pregiati ospiti.
L’ESC 2008 è stato impreziosito, come ogni anno, dall’IGJ (International Guitar Jam) svoltasi a Siracusa con i tre artisti, introdotta dall’esecuzione dell’Andrea Quartarone Elektrio. Guthrie Govan ha suonato degli estratti dal suo album solista “Erotic Cakes”. Greg Koch ha suonato brani originali e un acclamatissimo medley dei Led Zeppelin. Robben Ford ha proposto vari brani blues a cui è seguita una jam con tutti e tre gli artisti in cui risaltavano le varie personalità di ciascuno. ICJ 2008